Vini d'Italia: alla scoperta della Puglia

Il vino è il “nettare degli Dei”, non è mai mancato sulle tavole dei pugliesi e fa parte del patrimonio vitivinicolo della penisola italiana. Nonostante i vini autoctoni meridionali non abbiamo lo stesso successo dei vini prodotti nel nord Italia, negli ultimi anni si son fatti strada nei mercati mondiali.

Stanchi di utilizzare le proprie uve come “tagli” di vini pregiati, i produttori pugliesi hanno deciso di dare più valore alle proprie produzioni ed ai propri vitigni ottenendo vini dalla grande personalità. Nonostante i vini a Denominazione d’Origine siano solo il 4-5 dell’intera produzione, le 25 DOC ed i 6 IGT regionali sono un surplus per tutta la Puglia.

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Analizziamo due dei vitigni pugliesi più importanti.

NEGROAMARO:

Grappoli di media grandezza, tannici e zuccherini, costituisce da sé un vino robusto, nonostante in passato sia stato utilizzato per taglio e coupage. Da diversi anni i produttori locali utilizzano questo vitigno in purezza, creando così il vino conosciuto dai molti.

Un dato importante è emerso nel 2008 quando il Negroamaro è stato eletto al Vinitaly al terzo posto della classifica dei vini con un incremento delle vendite sui mercati mondiali.

L’ideale temperatura di servizio è di 15-16°C ed accompagna perfettamente i piatti tipici della tradizione salentina come agnello alla brace, ciciri e tria, pezzetti di cavallo.

PRIMITIVO:

Chiamato così perché precocissimo, a settembre l’uva è già maturo. E’ un vitigno antichissimo, giunto nella Puglia con l’invasione della popolazione Illira, più di duemila anni fa. Gli acini sono rotondi con una polpa succosa e dolce. Il vino venduto in purezza rispecchia le caratteristiche del terreno che lo accoglie, è corposo ed amabile al palato.

Geneticamente è simile al Zinfandel californiano, il primitivo sembra essere originario della Croazia. Questa peculiarità è studiata dalla genetista californiana Carole Meredith. Presso la University of California.